Avete sincronizzato il vostro orologio?
Sentir parlare di conseguenze catastrofiche prodotte dal cambiamento ambientale è una cosa, vedere un gigantesco conto alla rovescia che indica quanto tempo rimane alla terra è un’altra.
Questo deve aver pensato chi ha deciso di installare, in importanti città come New York, Parigi e Berlino, i cosiddetti “Climate Clock”. Questi imponenti orologi hanno la missione di informare quante più persone possibile sulla data, stabilita dagli scienziati, per il punto di non ritorno: il 1° Gennaio del 2028.
Che cosa succederà allo scadere del tempo?
Tra 7 anni, se gli esseri umani non saranno riusciti a cambiare gran parte delle loro abitudini, la terra non sarà più in grado di offrire le risorse per la sopravvivenza.
Il conto alla rovescia vuole ricordare che il nostro consumo attuale di combustibili fossili ci porterà, nel 2028, sia ad averlo esaurito del tutto che ad abitare in un mondo sensibilmente più caldo.
Si stima che, mantenendo i ritmi attuali, nel 2028 ci sarà in media 1,5°C in più. Questo non vuol dire solo che gli inverni saranno più corti e caldi e le estati più lunghe e torride. Il cambiamento climatico porta anche conseguenze che ci toccano più da vicino: ad oggi la laguna di Venezia ha subito un innalzamento del livello dell’acqua di 30cm rispetto a 100 anni fa. Di questo passo, tra 100 anni non sarà più possibile camminare in Piazza San Marco perché sarà sommersa e i meravigliosi palazzi che la circondano molto probabilmente saranno troppo danneggiati per rimanere in piedi.
A causa dello scioglimento dei ghiacciai e della dilatazione volumetrica dell’acqua marina, provocati dall’innalzamento delle temperature, il livello del mare si sta alzando a vista d’occhio e sta minacciando l’esistenza di numerosi atolli dell’Oceano Pacifico e di tutte le città costruite sul livello del mare.
Ma non è finita qui
Il cambiamento toccherà numerosi altri aspetti della nostra vita, a causa di un fenomeno chiamato “effetto farfalla”.
Questo effetto si basa su una teoria matematica che sottolinea come un intero sistema possa essere stravolto da un minimo fattore iniziale, per una serie di conseguenze che si susseguono a catena.
Edward Lorenz, il matematico e meteorologo che l’ha descritta, iniziò la sua spiegazione con una domanda: “Può il battito d’ali di una farfalla in Brasile scatenare un tornado in Texas?”
Probabilmente quest’affermazione potrà sembrare esagerata e surreale ma ognuno di noi, almeno una volta nella vita, avrà avuto a che fare con quest’effetto. Guidando di fretta verso un ipotetico appuntamento, per esempio, se scegliete una strada con numerosi semafori potrebbe capitarvi di dover stare fermi per qualche secondo, per diverse volte, e infine arrivare in ritardo. Se conoscete una strada senza semafori saprete che per arrivare in orario dovrete fare molta attenzione agli incroci: potreste arrivare in orario, ma per una piccola disattenzione potreste non presentarvi del tutto. La vostra scelta iniziale rappresenta il battito d’ali, la vostra puntualità l’effetto meteorologico.
Per questa ragione ha senso pensare che, alzando anche solo di 1,5°C le temperature, interi ecosistemi potrebbero cambiare le loro caratteristiche e diventare inabitabili per numerose specie di esseri viventi. Per l’effetto farfalla, se non diventiamo oggi cittadini sensibili ai problemi ambientali, fra qualche anno potremmo trovare un animale selvatico a rovistare nella nostra abitazione in cerca di cibo.
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Come diventare cittadini sensibili
Purtroppo l’Italia, come molti altri stati, ancora non prevede dei sistemi di informazione obbligatori per i temi ambientali.
Come fare, allora, ad individuare e cambiare quei comportamenti che hanno un esagerato impatto ambientale? Occorre allenare il nostro spirito critico.
Dobbiamo imparare a non dare per scontato niente di ciò che ci riguarda, tenendo a mente che ogni nostra scelta costituisce un battito d’ali.
Possiamo fare attenzione soprattutto alle nostre abitudini, soptrattutto quelle che riguardano…
⁃ Gli oggetti monouso
Cerchiamo di ridurre al minimo il consumo di prodotti usa e getta: facciamo lo sforzo di apparecchiare la nostra tavola con utensili che possiamo riutilizzare, evitando piatti, bicchieri e posate usa e getta. Scegliamo prodotti per l’igiene personale che abbiano una vita lunga o comunque riciclabile (come gli spazzolini di legno o che abbiano la testina intercambiabile);
⁃ Gli imballaggi
Preferiamo i prodotti sfusi, se non li troviamo cerchiamo quelli con imballaggi costituiti da un solo materiale, in modo da poterli gettare nell’apposito contenitore della raccolta differenziata. Ricordiamoci che riciclare il polistirolo, soprattutto se sporco, è molto difficile: preferiamo la carne del banco macelleria a quella preconfezionata! Evitiamo di comprare prodotti imballati “a matriosca”! Perché un tubetto di dentifricio o di crema avrebbero bisogno di stare dentro una scatola?
⁃ I consumi energetici
Piccoli e costanti accorgimenti possono avere un grosso impatto sull’ambiente, sulla bolletta e sulla vita dei nostri elettrodomestici. Ogni volta che lasciamo una stanza, cerchiamo di pensare a cosa lasciamo acceso. Agiamo d’astuzia e sfruttiamo al massimo ogni elettrodomestico! Cerchiamo di avviare una lavatrice o una lavastoviglie solo se sono piene, non teniamo accesi phon e stufette elettriche solo per inerzia!
⁃ L’alimentazione
C’è un gran bisogno di sviluppare consapevolezza su ciò che mangiamo e beviamo.
Alcune abitudini alimentari ci sono state insegnate da persone che hanno vissuto in un’epoca molto diversa dalla nostra: queste abitudini, a cui probabilmente siamo molto affezionati, sono le più difficili da lasciar volare via.
La dieta mediterranea consiglia di non superare le 4 porzioni di carne a settimana. Numerosi studi hanno dimostrato che con la carne è meglio “giocare al ribasso”: meglio mangiarla una volta in meno che una volta in più (senza però rinunciare al fabbisogno proteico quotidiano, che può essere soddisfatto con i legumi o altre proteine di origine vegetale).
Un’altra abitudine molto cara agli italiani è quella di preferire l’acqua in bottiglia a quella del rubinetto: l’Italia è il terzo paese nel mondo per il consumo di bottiglie di plastica! Se pensiamo che le istituzioni ci mettono a disposizione della buona acqua, che paghiamo, questo sembra un paradosso. A nostra discolpa possiamo dire che siamo un popolo che non si accontenta e sa distinguere un’acqua di alta qualità da una che è semplicemente potabile.
Resta il fatto che questo modello di consumo inizia ad avere gli anni contati e che esistono dei metodi che permettono di avere sempre a disposizione acqua di massima qualità.
La DepuratoItalia si sta adoperando per fornire questi metodi, come i depuratori ad osmosi inversa per la casa, e sta offrendo delle offerte davvero vantaggiose, perché crede che ci sia bisogno di convertire il prima possibile tutto il mondo verso un modello di consumo che permetta di congelare i climate clocks.