L'acqua è potabile?
L’H2O non è potabile!
Se bevessimo H2O, acqua priva di qualsiasi altra sostanza, il nostro organismo subirebbe dei gravi danni.
L’acqua che beviamo tutti i giorni non è mai acqua pura, ma contiene sali minerali preziosi per il metabolismo. Queste sostanze sono le stesse che conferiscono all’acqua sapori diversi e differenti proprietà. Per questo un’acqua potrebbe risultarci più dolce o meno dissetante di un’altra, oppure bevendo potremmo percepire un retrogusto particolare.
Ma quali sono le sostanze che caratterizzano i diversi tipi di acqua?
Queste sostanze danneggiano o favoriscono l’organismo?
C’è un’autorità che può darci qualche informazione sicura a riguardo?
Dalla terra al bicchiere
L’acqua che beviamo proviene dai laghi o dalle falde acquifere.
Le acque di lago ospitano diversi animali, anche microscopici, e questo le rende più sporche e più bisognose di trattamenti.
I processi di depurazione dell’acqua di falda invece sono molto più leggeri: basti pensare che alcune fonti, spesso presenti ad altitudine di montagna, forniscono ancora dell’acqua che non necessita di essere depurata!
A fare la differenza tra una falda e l’altra o tra un lago e l’altro è soprattutto la composizione del terreno che li circonda.
La terra infatti non è tutta uguale: alcune sostanze sono abbondanti in certe zone e completamente assenti in altre. Per fare un’esempio, consideriamo che alcune falde hanno una composizione tale da rilasciare naturalmente CO2 nell’acqua che contengono: esistono fonti naturali che regalano acqua frizzante!
In pochi hanno la fortuna di poter sfruttare una fonte di montagna.
Molto spesso l’acqua, dal momento in cui sgorga dalla terra al momento in cui raggiunge il nostro bicchiere, percorre una strada che può essere lunga e tortuosa. Durante il suo percorso può venire a contatto con svariate sostanze, che possono alterare in modo importante la sua qualità.
Come abbiamo visto, la composizione dell’acqua influenza il suo sapore e la sua salubrità.
Ma quali sono gli elementi che modificano l’acqua in modo tangibile?
La durezza e la presenza di ferro e di cloruri sono in particolare i tre parametri che più influenzano il sapore dell’acqua. Nei prossimi paragrafi li analizzeremo più da vicino.
Durezza
Quando percepiamo un’acqua più dolce o più pesante stiamo osservando una differenza di durezza: una bassa durezza corrisponde ad un’acqua più dolce mentre un’alta durezza ad un’acqua più pesante.
La durezza indica la quantità di composti di calcio e magnesio presenti nell’acqua e si misura in gradi francesi (°F).
Il Ministero della Salute italiano consiglia di assumere un’acqua la cui durezza rimanga tra i 15°F e i 50°F.
Il range raccomandato è piuttosto ampio: possiamo seguire il nostro gusto e preferire un’acqua più dolce o più dura, pesante. Per modificare questo aspetto, è sufficiente installare in casa un addolcitore.
Lo stesso Ministero ha sottolineato anche come acque troppo dolci siano correlate a malattie cardiovascolari. Non ha invece detto niente a riguardo del luogo comune che gravita attorno a questo parametro: un’acqua troppo dura può causare calcoli? La risposta potrebbe sorprendere: no, anzi, li previene! Diversi studi hanno dimostrato che una dieta ricca di calcio e magnesio può prevenire la calcolosi. Chi preferisce l’acqua dolce non deve temere perché questi sali minerali si possono trovare, oltre che nell’acqua, in diversi alimenti: il calcio è presente nel latte e nei suoi derivati, nella soia e nei suoi derivati, in verdure come i carciofi, gli spinaci, la rucola, la bieta e altri ancora; il magnesio si può assumere principalmente con cereali integrali, fagioli, piselli e datteri.
Ferro e pH
Rientrando a casa dopo un lungo periodo di assenza potrebbe esservi capitato di percepire, bevendo acqua del rubinetto, un retrogusto ferroso.
Ristagnando nei tubi, l’acqua potrebbe essere stata contaminata dal ferro presente nelle tubazioni, come probabilmente vi ha già suggerito l’intuito.
Un po’ meno intuitivo forse è il fatto che quest’avvenimento potrebbe essere causato dal pH dell’acqua e non dall’avanzata età dei tubi.
Un’acqua troppo acida, con valore del pH inferiore a 6,5, può infatti causare una corrosione delle tubature e determinare la presenza di ferro nell’acqua.
Anche un pH troppo alto (superiore a 9,5) però può essere un problema perché può causare irritazioni gastrointestinali, oltre a rendere l’acqua sgradevole al gusto.
Il Ministero della Salute consiglia appunto di mantenere questo parametro tra 6,5 e 9,5.
Per quanto riguarda il ferro invece, il Ministero sottolinea come questo metallo sia un’elemento essenziale per la nutrizione umana. La sua assunzione però dovrebbe avvenire principalmente attraverso il cibo.
Un’eventuale tossicità deriva da un’esposizione massiccia e prolungata e può causare diversi problemi sia all’apparato riproduttivo che al metabolismo.
Per questo motivo la concentrazione massima consigliata dal ministero per considerare un’acqua potabile è di 0,2mg/l.
Cloro e cloruri
Non è così raro sentire un retrogusto di cloro bevendo acqua del rubinetto.
Quello che sentiamo non ha niente a che fare né col suolo né con le tubature: è il residuo di disinfettante proveniente dal trattamento di depurazione che l’acqua ha subito.
Spesso, negli impianti di depurazione così come nelle piscine, viene usato cloro o cloruro per eliminare i batteri pericolosi.
Il Ministero assicura che in individui sani è difficile che si verifichino danni all’organismo proprio a causa di ingestione di cloruri. Come il ferro infatti, il cloro (Cl) deve essere assunto normalmente nella dieta. Questo elemento è a ben vedere molto comune: è sempre presente nelle nostre cucine sottoforma di sale, che ha formula chimica NaCl!
Per persone con problemi di salute invece è diverso: nel caso di insufficienza cardiaca, ad esempio, occorre fare molta attenzione alla quantità di cloro e cloruri assunti giornalmente.
Il Ministero consente una concentrazione massima di cloruri fino a 250mg/l.
Una tappa essenziale: le analisi.
Qualsiasi sia la strada percorsa, una tappa rimane certa: il laboratorio di analisi.In Italia un’acqua per essere considerata potabile deve avere dei parametri specifici, descritti nel Decreto legislativo 31/2001.
Sia i comuni che garantiscono acqua potabile (ormai quasi tutti in Italia) che le aziende che vendono acqua in bottiglia devono assicurarsi che l’acqua che offrono rispetti i parametri di potabilità.
Entrambi però in realtà non riescono ad essere accurati fino in fondo.
Chi imbottiglia l’acqua non potrà impedire che il suo prodotto rimanga esposto alle intemperie più a lungo del consentito, rilasciando nell’acqua microparticelle di plastica.
Il comune non potrà garantire che l’acqua non attraversi mai un tubo vecchio nel suo percorso: alcune tubature rimangono competenza del proprietario dell’edificio, che spesso non è a conoscenza del loro stato.
Per questo è importante prendere l’abitudine di far analizzare periodicamente l’acqua che beviamo.
La nostra azienda fornisce una consulenza gratuita a riguardo: potrete conoscere i parametri dell’acqua che esce dal vostro rubinetto e sapere se essi rientrano nei limiti che individuano un’acqua potabile. Se necessario inoltre, i nostri operatori qualificati vi suggeriranno dei trattamenti che potrebbero migliorare la vostra situazione anche in base ai vostri gusti e alle vostre esigenze.